La zecca è uno degli ectoparassiti più frequentemente riscontati su cani e gatti.
Il suo ciclo di vita si compone di diversi stadi: uovo, larva, ninfa ed adulto. Vive nell’ambiente e sale sugli animali per compiere il pasto di sangue necessario per mutare da uno stadio vitale al successivo.
Nel momento in cui la zecca sugge il sangue dall’ospite animale attraverso il suo apparato buccale, rilascia sostanze vasoattive che richiamano in loco una maggiore quantità di sangue e al tempo stesso causano infiammazione dei tessuti circostanti. Si osserva, infatti, sulla cute dell’ospite un’area arrossata attorno al punto di attacco della zecca. Una volta rimossa la zecca il gonfiore e l’arrossamento rientrano.
Come rimuovere correttamente una zecca? Si possono utilizzare apposite pinze che ruotando estraggono la zecca oppure si può mettere una goccia di antiparassitario sulla zecca per ucciderla o, ancora, si può “soffocarla” con una goccia di olio per poi rimuoverla con una comune pinzetta. Può capitare che rimanga infissa nella cute la testa della zecca. Nulla di grave! Il peggio che può succedere è che questa faccia infezione localmente o si formi un piccolo granuloma infiammatorio.
La profilassi antiparassitaria regolare è fondamentale per evitare che il cane o il gatto siano infestati dalle zecche nel periodo primaverile-estivo, ma ricordiamoci che il rischio di contrarre una zecca è nullo solo quando la temperatura ambientale si mantiene sotto lo zero per svariati giorni consecutivi.
Quello a cui spesso non si pensa è che le zecche possono fungere da vettori per altri agenti patogeni e nel caso in cui una zecca parassiti un cane o un gatto infetto ed in seguito una persona, quest’ultima può contrarre le medesime patologie degli animali.
Le malattie infettive trasmesse da zecche più comuni sono la babesiosi, l’ehrlichiosi, l’emoplasmosi e la malattia di Lyme.
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MALATTIE TRASMESSE DAL VETTORE ZECCA: LA BABESIOSI
La babesiosi o piroplasmosi è causata da protozoi del genere Babesia spp. che la zecca durante il pasto di sangue veicola all’interno del circolo sanguigno dell’ospite. Questi protozoi vanno a localizzarsi all’interno dei globuli rossi (eritrociti) dove replicano causando la rottura degli eritrociti. Ci si trova di fronte ad un quadro di anemia emolitica.
I segni clinici si manifestano in genere dopo 3 settimane dall’infezione e tra i più frequenti vi sono febbre, disoressia (appetito capriccioso), perdita di peso, mucose pallide, trombocitopenia (carenza di piastrine), emoglobinuria (urine di contenenti emoglobina, normalmente contenuta negli eritrociti) e splenomegalia.
Quest’ultima consiste in un aumento di volume della milza dovuto al sovraccarico di lavoro di quest’organo deputato allo smaltimento dei globuli rossi danneggiati.
Più raramente si osservano vomito, sincope, affaticamento, emorragie ed edemi.
La diagnosi certa di babesiosi si ottiene tramite la ricerca del parassita nel sangue con metodica PCR (Polimerase Chain Reaction) oppure tramite l’esecuzione di un test sierologico per la ricerca di anticorpi anti-babesia o, ancora, tramite la lettura di uno striscio di sangue opportunamente colorato, che permette di visualizzare i protozoi all’interno dei globuli rossi.
La terapia per la babesiosi non sempre porta ad una guarigione completa del soggetto. Infatti, spesso la babesiosi rimane in forma subclinica e si manifesta clinicamente nei periodi di stress e riduzione delle difese immunitarie.
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MALATTIE TRASMESSE DAL VETTORE ZECCA: L’EHRLICHIOSI
L’ehrlichiosi è una patologia causata da batteri Gram- appartenenti ai generi Ehrlichia spp., Anaplasma spp.
e Neorickettsia spp., i quali parassitano i globuli bianchi ed occasionalmente le piastrine dell’ospite. Il periodo di incubazione della malattia è compreso fra gli 8 e i 20 giorni, in seguito ai quali si susseguono le 3 fasi cliniche della patologia: acuta, subacuta e cronica.
La fase acuta ha una durata media di 2-4 settimane ed è caratterizzata da letargia, anoressia (mancanza di appetito), trombocitopenia (calo delle piastrine) ed anemia. Questi segni clinici possono risolveresi spontaneamente, in assenza di trattamento, grazie ad un’adeguata risposta immunitaria dell’ospite.
La fase subclinica si ha quando il cane risulta infetto, ma non sintomatico e spesso progredisce in forma cronica.
La fase cronica si presenta in seguito ad un’inadeguata risposta immunitaria dell’ospite ed è caratterizzata da debolezza, anoressia, febbre, linfoadenomegalia (aumento di volume dei linfonodi), splenomegalia (aumento di volume della milza) ed epatomegalia (aumento di volume del fegato). Tra i disturbi ematologici si ritrovano anemia, deficit di coagulazione, ematuria (sangue nelle urine) e melena (diarrea emorragica).
Spesso si osservano anche tosse e difficoltà respiratoria dovute allo sviluppo di una polmonite, edema degli arti, dolore e difficoltà nel movimento causati da poliartrite, segni di malattia renale e segni clinici oculari.
Una volta emesso un sospetto di ehrlichiosi sulla base dei segni clinici, è possibile confermare la diagnosi tramite colorazione di uno striscio di sangue in cui questi batteri saranno visibili sotto forma di morule all’interno del citoplasma dei leucociti, oppure tramite l’esecuzione di test sierologici atti ad individuare anticorpi anti-Ehrlichia.
La terapia è possibile grazie all’utilizzo di un adeguato protocollo antibiotico.
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MALATTIE TRASMESSE DAL VETTORE ZECCA: L’EMOPLASMOSI
L’emoplasmosi è una malattia causata da batteri Gram-, tra cui Mycoplasma Haemofelis è considerato il più patogeno. Questi batteri si localizzano sulla superficie dei globuli rossi.
I segni clinici più frequenti sono disidratazione, anoressia, debolezza, febbre, splenomegalia (aumento di volume della milza), epatomegalia (aumento di volume del fegato) ed ittero. Nei casi più gravi compare un’anemia emolitica caratterizzata dalla rottura degli eritrociti.
La diagnosi è possibile tramite esecuzione di uno striscio di sangue in cui si riconoscono le tipiche alterazioni legate all’anemia emolitica e la presenza dei batteri sulla superficie dei globuli rossi. In alternativa, è possibile ricercare questi batteri nel sangue tramite metodica PCR (Polimerase Chain Reaction).
La prognosi di questa patologia è buona grazie ad adeguata terapia antibiotica.
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MALATTIE TRASMESSE DAL VETTORE ZECCA: LA MALATTIA DI LYME
La malattia di Lyme è causata da una spirocheta chiamata Borrelia burgdorferi. Il nome deriva dalla località del Connecticut dove fu osservata per la prima volta in una persona che manifestava un’artrite reumatoide giovanile. Anche nel cane, il sintomo principale è l’artrite reumatoide causata da una sinovite immunomediata da deposito intrarticolare di immunocomplessi. I sintomi si manifestano generalmente dopo 4 settimane dal morso della zecca infetta e comprendono debolezza, riduzione dell’appetito, febbre, zoppia e linfonodi aumentati di volume. È frequente il coinvolgimento cutaneo con epidosi di rash “migranti” e possibile il coinvolgimento di cuore e sistema nervoso.
Alla base dei sintomi vi è il riconoscimento della spirocheta da parte del sistema immunitario dell’ospite; infatti, gli anticorpi prodotti dal cane si legano al batterio circolante e vanno a depositarsi nei vari distretti corporei causando i sintomi.
La diagnosi è possibile grazie all’individuazione nel sangue degli anticorpi diretti contro la spirocheta con metodica ELISA (Enzyme-Linked Immunosorbent Assay).
La prognosi è buona in seguito ad adeguata terapia antibiotica.
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